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L’esperienza di Eva a Barcellona e il ritorno in Italia

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Ecco l’esperienza che ci riporta Michela su Parigi dove ha avuto la possibilità di lavorare come personal assistant di un manager di Banca. L’avventura inizia con l’opportunità di fare uno stage grazie all’università e si conclude nel migliore dei modi con un lavoro stabile in una delle città più belle del mondo.

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Eva a Barcellona

La Scheda

Nome Eva
Anno di Nascita 1984
titolo di Studio Diploma di Laurea
Lingue conosciute Inglese, Francese, Spagnolo

Che cosa ti ha spinto a trasferirti?

Sono sempre stata una persona estremamente curiosa, di quelle che non si accontentano mai e che hanno bisogno di continui nuovi stimoli e sfide; amo l’arte e la cultura e quello che chiamo il cibo per l’anima. Già in italia mi sono trasferita più volte per lavoro e studio: dalla provincia di Vicenza a Padova e poi a Ferrara.

Dopo la laurea triennale, senza possibilità di continuare con la specialistica ne di fare stage non pagati nelle varie aziende di comunicazione del territorio, ho ri-assaggiato il mondo del lavoro, quello che vivevo appena dopo le superiori: e vai di bar-promozioni, negozi… mi sono vista “tornare indietro”, ma con una coscienza diversa.

L’unica parentesi interessante fu lavorare alla Biennale di Venezia, dove ho ancora bellissimi ricordi e mi sono portata nel cuore qualche persona. Però c’era qualcosa che non mi continuava a convincere, ero cambiata, avevo partecipato al programma erasmus e vissuto in un contesto internazionale… mi mancava parlare le lingue e confrontarmi con persone da tutto il mondo, ma mia mente aveva bisogno di “aria” , di restare aperta.

Sono andata alla ricerca di esperienze simili: mi sono iscritta a tutti i bandi europei possibili ed ho vinto dapprima una borsa di studio Leonardo che mi ha permesso di lavorare al festival di cinema di Malaga, e poi un progetto chiamato Servizio Volontario Europeo che mi ha permesso di vivere a Madrid e lavorare in un centro culturale. In entrambi i casi ho fatto una vita senza troppe comodità, ma ero piena di gioia nel dover dedicarmi a ciò che più mi piace. Rivivevo i tempi dell’università.

Quale paese hai scelto per la tua nuova avventura?

  • Spagna
  • Barcellona
  • SI, ma non molto bene
  • Da sola

Tantissimo Abbastanza poco
Ti piace
E’ sicura
E’ pulita

Non saprei descrivere Barcellona quanto a bellezza perché credo sia necessario venire qui, comprare una guida, annotare i luoghi di maggior interesse. Poi cercare un autoctono, lasciarsi andare tra tutto ciò che ne è al di fuori.
Assomiglia molto alla mia Venezia in questo senso, due tre giorni tra i circuiti turistici di massa te la possono fare addirittura odiare.
A Barcellona si vive benissimo, piccola, ci si sposta in bici e si ha il mare e la montagna a due passi. Si può “sopravvivere” bene anche con pochi soldi, è piena di Italiani e si fa presto a fare amicizia anche se non si parla bene o non si parla affatto il Castellano. Rispetto ad altre città spagnole però è molto difficile trovare un lavoro specializzato a meno che non si sappia bene il catalano; credo che per impararlo bene servono un paio d’anni e il comune offre corsi gratuiti. Io chiaramente parlo di profili come il mio (comunicazione, storia dell’arte, turismo culturale, etc…) Qui ho avuto la possibilità di studiare un master di Gestione Culturale ed un corso per disoccupati di Assistenza di Direzione, entrambi i corsi erano in catalano e soprattutto nel primo ho avuto qualche difficoltà di comprensione… (nonostante parlo perfettamente francese e castellano).
I lavori che generalmente un italiano trova con facilità sono: bar, ristoranti, hotel e…i famigerati call center (questi ultimi temo siano una piaga sociale, diciamo che non permettono quel tipo di crescita professionale e “spirituale” in termini di realizzazione sul lavoro ed autostima. Tuttavia riconosco che servano per “tirare avanti”, e a volte, a seconda del periodo che stiamo vivendo e delle nostre motivazioni personali possono essere utili)

Dove abita Eva a Barcellona?

La mia casa si trova vicino alla zona universitaria, è la tipica casa Barcellonese, buia, con finestre che danno ad una parte interna dove si stendono i vestiti… Ma il sole c’è sempre , fuori, e abbiamo un ampio salone. Più che per la casa sono molto contenta dei coinquilini.

  • Una camera in un appartamento in condivisione

Ti piace il tuo alloggio?

5 stelle su 5

Affitto Mensile

Tra 100 e 299 Euro

E quale lavoro svolgi all’estero?

Mi chiamavano Ulisse…Qui a Barcellona ho cambiato più o meno 7 lavori in 2 anni e mezzo, e sono stata per mesi senza lavoro, facendo colloqui su colloqui.

Devo dire che non è il paese dei balocchi, condizioni pessime di stipendio, lavori finiti sul nascere, lavori assolutamente non in linea con me stessa ed i miei obiettivi di benessere. Ciò che più mi ha aiutato sono state le esperienze esterne al lavoro: compagnia di teatro, corsi di canto ed un lungo tirocinio in una scuola.

 

Sui lavori trascenderei, ma posso farne un elenco, giusto perchè vi rendiate conto:

1) promozioni sulla Rambla di concerti di chitarra classica, durata psicofisica 6 mesi, piedi gelidi per ore in inverno, ansia di vendere, senso di inutilià;

2) Galleria d’arte: lavoro che sembrava carino come “idea” ma purtroppo nella pratica era una trappola per turisti, e per noi che ci lavoravamo dentro: sono durata due settimane;

3) Agenzia di Affitto di Appartamenti Turistici, finalmente qualcosa che mi piaceva fare, forse perchè erano poche ore e ben pagate, ma la precoce chiusura dell’azienda mi ha lasciata di nuovo a piedi;

4) Vari call center dove ho lavorato per Apple e Philips. Trascenderei su tipo di lavoro e condizioni, anche se forse a livello di contratto e colleghi sono state belle esperienze.

5) Pizzeria dove mi pagavano 4 euro l’ora;

6) check in appartamenti turistici per 10 euro a check in;

7) Privalia, un azienda di qui: ESPERIENZA PESSIMA: l’ultima. Vi invito a seguire “Privalia People” sui vari Social Network.

Insomma…in soldoni io sto tornando in Italia perché ho trovato qualcosa da fare li (senza conoscenze o altro…vi assicuro). Controtendenza, si. Sono pazza, si. Mi dispiace lasciare tutto quello che mi sono costruita remando contro alle difficoltà, e con due soldi, perchè alla fine era il mio regno. Spero di riuscire a portarmele dentro, le 320 giornate di sole l’anno ;)

Se no come dicono gli amici “Barcellona sta sempre qua”.

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Informazioni sul lavoro

Sei partita dall’Italia con NESSUN lavoro e contatto
Come hai trovato lavoro Rispondendo a vari annunci su internet
In che settore lavori Viaggi e Turismo