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Dai nostri antenati alle nuove generazioni, ecco i nuovi migranti italiani

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Fino a pochi anni fa, quando si parlava di “emigrazione italiana”, ci si riferiva soprattutto all’ondata migratoria che ha caratterizzato il nostro popolo tra il XIX e il XX secolo, quando migliaia e migliaia di connazionali si trasferirono in Paesi come l’Argentina, il Brasile o nelle varie nazioni appartenenti agli Stati Uniti d’America, senza disdegnare mete europee come la Germania o il Belgio.

Il numero di persone che intraprese veri e propri “viaggi della speranza” dall’altra parte del mondo in cerca di una vita dignitosa, fu davvero enorme, e si avvicina vertiginosamente al numero di italiani che oggi, negli anni Dieci, hanno ripreso a lasciare l’Italia.

Sono appena stati pubblicati i dati del “Rapporto Migrantes” 2014, lo studio annuale dedicato agli italiani nel mondo. Le partenze dal Bel Paese hanno raggiunto lo scorso anno la cifra record di 94 mila persone, un numero nettamente superiore rispetto a quello degli stranieri immigrati in Italia, che ogni anno sono circa la metà di questa cifra.

I dati aggiornati mostrano un trend in costante crescita e si auspicano ulteriori aumenti del volume effettivo dell’attuale fenomeno migratorio in corso, che dall’Italia porta migliaia di connazionali verso il resto del mondo.

Durante lo scorso anno 94.126 italiani si sono trasferiti all’estero, mentre nel 2012 erano stati 78.941, il che determina un aumento di oltre 15 mila persone, con un incremento del 16,1%.

Il 71% del totale ha scelto Londra per iniziare una nuova vita, mentre il restante 30% si è diviso tra Germania, Svizzera e Francia.

L’identikit dell'”italiano in fuga”

Il migrante italiano del nuovo millennio ha mediamente un’età compresa tra i 18 e i 34 anni (nel 32,6% dei casi), è uomo (56,3%) e non coniugato (60%). Il secondo profilo più frequente ha un età compresa tra i 35 e i 49 anni (26,8% degli intervistati), a dimostrazione del fatto che la spinta ba partire deriva soprattutto dalla crisi economica e dalla dilagante disoccupazione che caratterizza il nostro Paese.

Va segnalato che questi dati si riferiscono solo agli italiani iscritti all’A.I.R.E., l’anagrafe degli italiani residenti all’estero, pertanto è facilmente ipotizzabile che iol numero effettivo degli italiani emigrati nell’ultimo anno sia nettamente superiore.

Consapevoli dell’importanza che ha per i nostri connazionali la ricerca di lavoro all’estero, noi di Destinazione Lavoro ci impegnamo al massimo per offrire un efficiente servizio informativo e sostenere, con i nostri strumenti, tutti gli italiani che desiderano lavorare in Europa e nel mondo